Nel muto riserbo della nostra intimità l'irrinunciabile desiderio d'abbandonarsi alla bellezza dei ricordi, anche quando, per innumerevoli vicissitudini, si mostrano adombrati d'amarezza e nostalgia. Poche righe per dipingere, con la delicatezza delle parole, un destino fra i tanti nel mondo, poesie, singole tavolozze come le tessere di quel mosaico che tutti chiamiamo vita. Differenti scenari, diverse strade, ma quanta similitudine tra chi silente sta, solitario e nudo, abbracciato alla memoria per ritrovare se stesso, riconoscersi, non svanire nell'aridità di un tempo dove esternamente apparire conta più della sostanza dentro. Sono io silente, discreto attore nel ricalcare l'assito ormai consunto del mio percorso umano: l'infanzia, gli eventi, le lacerazioni, il senso recondito dell'amore, la quotidiana lotta per la sopravvivenza tra i rovi degli altrui egoismi, l'innata e ferrea capacità di riconoscermi allo specchio, pure quando l'immagine restituita appare cupa, esangue o semplicemente ilare. Con la prefazione di Hafez Haidar.