Pigmenti brillanti, atmosfere malinconiche e silenziose, sospese tra un legame profondo con la tradizione e l'avanzare inesorabile del progresso. Questo è lo shinhanga, letteralmente "la nuova xilografia", nato ufficialmente nel 1916 grazie all'opera di artisti come I to¯o Shinsui e Kawase Hasui che, allontanandosi dai soggetti della corrente dell'ukiyoe (iconici paesaggi raffiguranti località celebri, famose geisha o personaggi legati al mondo dei teatri più in voga), prediligono invece scorci caratteristici della provincia rurale o dei sobborghi cittadini, non ancora raggiunti dalla modernizzazione, quali rovine, templi antichi, immagini campestri, scene notturne illuminate dalla luna piena e dalle luci dei lampioni. A queste vedute impressionistiche si aggiungono ben presto nuovi tipi di bijinga, i ritratti femminili non più dedicati a modelli celebri e irraggiungibili, ma alle donne dei tempi moderni, ritratte nella loro quotidianità. Affermatosi nella seconda metà degli anni dieci e proseguito fino agli anni quaranta del Novecento, lo shinhanga è il riflesso artistico di un periodo straordinario del Giappone contemporaneo che, sulla scia del rinnovamento già avviato in epoca Meiji, è caratterizzato da un'atmosfera di estrema libertà e fermento culturale. L'epoca d'oro dello shinhanga, simbolo di uno dei momenti più ricchi ed effervescenti della storia del Paese del Sol Levante, è protagonista di questo volume che costituisce un vero e proprio viaggio nell'arte, nella cultura e nella società del Giappone del primo Novecento. Pubblicato in occasione dell'esposizione torinese, Shinhanga presenta oltre ottanta stampe inedite di alcuni dei più celebri maestri shinhanga che, ritraendo paesaggi dai colori vibranti e splendide figure femminili, hanno saputo catturare l'essenza del paesaggio e dei fermenti del Giappone di quegli anni con uno stile rinnovato e un'attenzione particolare alla luce, alle stagioni e ai dettagli, con quel tocco di nostalgia che accompagna la scomparsa di un mondo minacciato dal progresso.