«A cosa serve portare alla luce chi ci ha preceduto quando si sa benissimo che non si potrà raggiungere la verità della loro vita? La risposta risiede nel piacere di ritrovare e ricreare storie che possono continuare a vivere solo grazie al proprio racconto. Le lettere rivelavano il mistero di vite lontane la cui scrittura le ha rese vicine. Il metodo scelto è stato quello di far sedimentare dentro di me le storie dei miei avi per poi farli rinascere a nuova vita». Con questo sentimento, l'autore - quasi continuando la sua professione di psichiatra - interroga lettere, fotografie e diari, documenti e oggetti, memorie perdute e ricordi per ricostruire la storia per molti aspetti straordinaria della sua famiglia. Così passano, in un racconto di particolare densità, i trionfi e le sconfitte, gli amori e le attese, le malinconie e le allegrezze del vivere, e insomma i giorni memorabili cui abbiamo dato per avventura il nome di vita [rc].