Questo libro, frutto di un lungo itinerario di riflessioni, di studio e di ricerca, parla della valenza di dispositivo etnografico attribuita alla fotografia, in quanto strumento di indagine e di analisi, da alcune importanti figure della storia dell'antropologia nazionale e internazionale della prima metà del Novecento: Franz Boas, Bronislaw Malinowski, Marcel Griaule, Renato Boccassino, Lamberto Loria e Raffaele Corso, Gregory Bateson e Margaret Mead. Nel loro lavoro sul campo e nella restituzione pubblica messa in atto in forme diversificate, libri, articoli accademici e divulgativi, allestimenti museali, cinema, è possibile comporre un multiforme paesaggio di esperienze scientifiche fondative, ineludibili per delineare un itinerario di pionieristici studi di antropologia visiva. Uno dei più significativi punti di convergenza tra questi studiosi è la disseminazione divulgativa dei risultati delle ricerche antropologiche. In tal senso le fotografie etnografiche hanno avuto una decisiva funzione transculturale nella restituzione pubblica ante litteram del sapere antropologico attraverso gli strumenti della comunicazione di massa dell'epoca.