Percorrere la Via Francigena - lo storico cammino che dal nord dell'Europa conduceva a Roma - porta inevitabilmente a rivivere secoli di storia e a interrogarsi sulle vicende che l'hanno vista protagonista e sugli uomini che l'hanno seguita. "Sette secoli di passi", di Corrado Guerrazzi, è un poema completamente ispirato alla Via Francigena. L'autore ha ripercorso i luoghi che la caratterizzano, traendo da essi ispirazione, quasi in un dialogo muto con la storia e con le vite che l'hanno attraversata, a raccoglierne il prezioso lascito. «Ma il non conosciuto, il non ancora desiderato / non è detto appartenga al futuro. Il tempo / semina e dissemina. Ricopre.» Ed è solo la consapevolezza del passato che ci consente di affrontare il futuro: «Quanto tempo su quelle colline ci aveva chiamati / facendo degli alberi scaleni braccia e mani, / prima che mettessimo i giorni in fila / sulle punte delle dita». Nel percorso si alternano simboli religiosi e laici che ricordano il compenetrarsi di terra e spirito e la presenza di un Dio che tutto vede «Ci saranno luoghi simili dove un dio attende / con i suoi poteri eterni il momento in cui gli uomini / lo accoglieranno nella mente nel cuore. Lo pregheranno. / Un dio sa certo orientarsi per andare venire / la sua levità tra menti cuori esili, attese». Scrive l'autore «Ci sono percorsi / che si possono fare cento volte / e mai sono fatti. Solo in parte / attraversano atlanti e calendari, stagioni / che neanche lunghi cortei di Pasque e Avventi / hanno saputo chiudere.» Ci sono percorsi su cui torniamo più volte ed ogni volta ci viene svelato qualcosa che prima non avevamo notato, e in ciò che viene svelato troviamo una parte di noi. Cambiano i nostri occhi nel tempo e sono loro a illuminare i punti del viaggio. Questa via diventa dunque per il poeta una via d'anima, di interrogativi e contemplazioni, un percorso caro e centellinato nel tempo, un ritorno alle radici della storia del nostro Paese e dell'Europa e un interrogarsi sul futuro, sul senso di una Strada che assume un significato ancora più alto, perché è il cammino stesso a dare il senso e non solo il traguardo, è il cammino un canto tacito e pieno di bellezza per chi la sa scorgere. «Corre la vita quel rosso - ne tremasti anche tu / nel volgerti al dio che del tuo tremore / già sapeva senza bisogno del sapere - / ti stava forse a cuore ricordarci come la vita / sia il canto a sostenere, adornare il tutto?». Il libro ha il patrocinio dell'associazione delle Vie Francigene europee.