La mostra e il catalogo sono dedicati al caravaggesco asconese Giovanni Serodine (1594/1600-1630), "non soltanto il più forte pittore del Canton Ticino, ma uno dei maggiori di tutto il Seicento italiano", secondo la definizione di Roberto Longhi. Formatosi a Roma, dove si era trasferita la sua famiglia, tra gli anni 1617-1623 realizzò due pale di straordinaria bellezza per la chiesa di Ascona. In questi due dipinti si manifesta appieno l'adesione al caravaggismo. La consacrazione ufficiale avviene tra il 1623 e il 1625 con due pale eseguite per la chiesa romana di San Lorenzo Fuori le Mura. Nella prima maturità della sua produzione, alle primitive suggestioni caravaggesche si associano influenze provenienti dalla pittura di macchia del Guercino e della cosiddetta "pittura a lume di candela" tipica dei caravaggisti nordici. A questa fase appartiene il San Pietro in carcere conservato presso la Pinacoteca Züst. Nella fase matura si assiste a un cambiamento indirizzato verso quella sensibilità barocca diffusasi a quell'epoca in tutta Europa, attraverso un'accentuazione della sfaldatura della pennellata. La mostra e il volume che l'accompagna, con una nuova campagna fotografica a cura di Roberto Pellegrini, nasce dall'occasione di poter esporre la grande pala d'altare con l'Incoronazione della Vergine della Parrocchiale di Ascona, insieme a tutte le altre opere conservate in Ticino. Il saggio iniziale dà conto dell'intera parabola artistica di Serodine e illustra tutte le altre opere di questo artista eroicamente fedele al Caravaggio, con ben pochi confronti nel panorama europeo del suo tempo, tra Velázquez e Rembrandt.