Pubblicate nel 1883, queste storielle rimarranno nell'immaginario collettivo grazie a Senso, icona di un'epoca, famosa per la trasposizione cinematografica di Luchino Visconti. Livia, borghese avvenente e cinica sposa un ricco e vecchio aristocratico. La "scalata sociale" si pone come primo gradino del deperimento morale della protagonista: sceglierà la ricchezza a scapito della libertà. L'amante, un ufficiale austriaco squattrinato strumentalizza Livia per procurarsi soldi, divertimenti e donne, ma la contessa, a dispetto della propria sanguinosa vendetta sarà anch'ella una sconfitta, vinta dalla perdita di qualsiasi morale. Nelle altre sette storielle emergono figure femminili che sono di volta in volta angelo, vampira, strega, malata di nervi. Prostitute, animalesche, lussuriose, pure e indifese, le donne di Boito posseggono una innegabile carica emotiva che arriva al lettore con volontà provocatoria. E sullo sfondo c'è Venezia, che è luce e colore, atmosfera e sensazione.