Poesia concreta, poesia visiva, nuove scritture, calligrammi, poesia tecnologica, plurigrafie, arte multimediale, libri oggetto, mail art, poesie in azione, scrittura sinestetica... Le avanguardie del primo e del secondo novecento sono attraversate da un filo rosso, che si collega a modelli ben più antichi, dai carmi a figura agli alfabeti figurati, e che esplode nelle tavole parolibere futuriste e nei vari esperimenti tipografici dadaisti e surrealisti. Una idea centrale regge queste esperienze, molto diverse tra loro: la scrittura verbale ha un aspetto visivo che può essere potenziato e addirittura può prendere il sopravvento sul significato dei segni alfabetici; e nell'ambito della comunicazione visiva, dal cartellone alla pittura vera e propria, il momento verbale non è del tutto assente e in certi periodi ha assunto una funzione preponderante. Scrittura verbovisiva, dunque, una tendenza, una scelta sperimentale, una opzione ricorrente, dal Medio Evo a Mallarmé e ad Apollinaire. Questo libro, dopo un esame dei precedenti storici remoti, affronta il tema dagli inizi alla metà del secolo (le avanguardie dette "storiche") per seguirlo poi dalla seconda metà del Novecento, fino ad oggi, nelle sperimentazioni artistiche in atto. Una cavalcata serrata e documentatissima, corredata da un ampio materiale illustrativo.