Questo libro racconta il complesso rapporto che lega gli scrittori alla radio, offrendosi come un inedito, originale strumento per misurare gli obiettivi culturali e politici del servizio radiofonico pubblico negli anni Trenta-Sessanta. Dalle iniziali diffidenze ai tentativi pionieristici, al consolidamento produttivo, la nuova arte invisibile riflette in modo significativo le resistenze, le sperimentazioni, gli slanci della società letteraria italiana. Con grande competenza Rodolfo Sacchettini - uno dei massimi specialisti sul tema - rivolge la sua attenzione ad opere realizzate appositamente per la radio: radiodrammi, conferenze, trasmissioni culturali... Gli anni Trenta sono raccontati come un vortice di paura e ipnosi, avventure e modernità: dalla Germania di Benjamin e la Polonia di Korczak, con l'invenzione di programmi per bambini e adolescenti, all'Italia fascista, con i record di ascolto della rivista I 4 moschettieri di Nizza e Morbelli. Sullo sfondo gli Stati Uniti di Welles e MacLeish che, giocando sul confine della credibilità, annunciano al microfono lo sbarco di marziani e di misteriosi conquistatori stranieri. La seconda parte del volume è dedicata al dopoguerra italiano, quando gli scrittori collaborano sistematicamente alla radio, realizzando opere importanti che hanno anche il merito di mettere a fuoco e valorizzare le potenzialità di un genere artistico ancora in via di definizione e sviluppo. Avvalendosi anche di copioni inediti, Sacchettini analizza i radiodrammi di Savinio, Gadda, Pratolini e Dessí: testi d'autore per una radio che a lungo sarà anche radio degli scrittori.