Questi scritti d'arte del Tenca, che coprono l'intero ventennio (1838-59) della sua militanza critica, rappresentano una autentica rivelazione. Essi sono, infatti, la straordinaria testimonianza della precoce vocazione alla critica d'arte d'uno dei maggiori esponenti dell'età romantica, che agli spiccati interessi per le arti figurative (cui lo richiamavano soprattutto le annuali Esposizioni braidensi) associò quelli per la letteratura, la musica, il teatro, la storia e l'editoria: a riprova della unità delle arti, che il Tenca non si limitò a teorizzare, ma sperimentò nel suo stesso esercizio critico. Sono qui per la prima volta riuniti i testi integrali di oltre una trentina di rassegne artistiche, scelte tra le più significative: dalle giovanili, apparse sulla "Fama", sul "Corriere delle dame", sul "Cosmorama pittorico", a quelle più matre delle "Gemme", della "Rivista Europea", dell'"Italia musicale" e del "Crepuscolo". Ne riemergono i profili di tanti artisti, minori e maggiori, italiani e stranieri, dell'età romantica, che non mancheranno di alimentare il dibattito in corso sul nostro Ottocento figurativo, e di sancire il ruolo del Tenca, quale vigile coscienza critica del suo tempo.
