Fabio Gioiosa è un viaggiatore e ci conduce lungo il viaggio della sua crescita: ci riporta alla sua giovinezza, periodo nel quale si è manifestata in lui l'esigenza di comunicare, di esprimere al mondo l'universo che gli appartiene e che doveva portare fuori da sé. Un processo di liberazione catartica per poter vivere con la giusta leggerezza questo tratto di esistenza terrena. L'autore ci introduce alla silloge con alcuni componimenti quasi ingenui ma, sostanzialmente, testimoni di una questione essenziale: la poesia non è solo appartenente a livelli accademici ma, nondimeno, riguarda la gente comune che vuole trovare, per mezzo di essa, la via per esprimersi e liberare le proprie suggestioni interiori. Un percorso di vita e maturazione nel quale il lettore diviene spettatore. Lo scrittore, così come colui che si approccia alla lettura, cresce reciprocamente in un cammino immaginario in cui andare alla ricerca del significato e del senso dell'esistenza. I componimenti si fanno, lungo le pagine, sempre più consapevoli e maturi. La poesia non appartiene solamente ad una fase o età della vita ma può essere praticata dall'infanzia fino agli anni che volgono al tramonto della stessa.