Il volume, sia attraverso le pagine introduttive sia attraverso la scelta antologica, mette in luce come e quando si è affermata la cultura della diversità e in quale misura la riflessione epistemologica sulla pedagogia come scienza ha avuto riflessi determinanti nel modificare l'approccio dell'educazione e della scuola ai ragazzi in difficoltà. In questo contesto, la diversità viene descritta non tanto come un'emergenza dell'educazione in atto, quanto come una delle categorie fondative dell'educazione, che ne sorregge e definisce altre, quali, ad esempio, l'individualità e la progettualità. Infine, viene presa in considerazione la professionalità docente, secondo i criteri della Scienza dell'educazione. Di qui, nella parte antologica del libro, il duplice interesse per la storia del pensiero pedagogico, da un lato, e per la scuola militante, dall'altro. L'antologia, infatti, raccoglie testi significativi di pedagogisti come Dewey, Montessori, James, Washburne, Claparède, De Dominicis; maestri come Patri e Ciari; manuali e guide scolastiche, con cui, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, si preparavano i maestri ad affrontare la realtà di una classe e i bisogni degli alunni.