Il romanzo ripercorre in forme narrative di fantasia, ma con rigoroso rispetto dei fatti storici di riferimento, le vicende della Fisica che hanno portato alla produzione delle armi nucleari e, congiuntamente ponendola a contrasto, la politica italiana tra le due guerre. Lo scopo è di riflettere su come avrebbero potuto mettersi le cose per l'Italia e per la stessa Europa se, anziché la follia della nostra classe dirigente dilettantesca e del manipolo di facinorosi accecati da esaltazione vacua da essa assoldati, avesse prevalso la saggezza di un pugno di uomini oculati che, invece, furono emarginati. La storia non si fa con i "se" e con i "ma". Tuttavia, come rilevava Guido Morselli, spesso "il paradosso sta dalla parte dell'accaduto", mentre "la logica delle cose" avrebbe imposto proprio il non accaduto. A sua volta, Louis Althusser ha precisato che limitare l'oggetto della storia ai fatti accaduti, confonde la conoscenza con la realtà, sostituisce il dato empirico, spesso accidentale e comunque limitato, all'idea in generale di come si produce quello che accade e della parte che vi abbiamo: così, uccidendo la riflessione, dato che senza confronti non si può capire. Ecco perché con l'invenzione che è al centro del libro non si è mirato a deformare l'accaduto, bensì, contrapponendo la lungimiranza alla cecità che si sono mescolate alla sua attuazione, a far cogliere la parte negativa del passato che quella oscura di oggi ricalca. Ad aver suggerito il romanzo è il timore che l'incomprensione tanto della storia quanto degli eventi del presente ci porti a ripetere le insanie orribili già viste. Tuttavia, al di là degli intenti ammonitori, giustificati o allucinatori - questo lo deciderà il lettore - un romanzo deve soprattutto divertire. E poiché l'autore si è divertito a scriverlo, chissà che qualcun altro non si diverti a leggerlo.