La cristologia filosofica rappresenta uno dei campi più innovativi della filosofia degli ultimi decenni, e ha avuto il suo capostipite in Xavier Tilliette. Cristo come questione della filosofia - sia essa credente o non credente - perché in quel nome ne va della possibilità di pensare la relazione tra finito e infinito, tra l'umano e il divino. Attraversando e discutendo alcuni dei capisaldi della filosofia e della teologia occidentale (da Anselmo a Kant, da Hegel a Schelling, Heidegger, Weischedel, Severino), questo libro ripensa i fondamenti della cristologia come disciplina, interrogandone la ragion d'essere: «Partire da Gesù Cristo, per l'esattezza dall'enunciato biblico secondo cui lui è il Logos fattosi carne, per vagliarne le condizioni ontologiche ed esistenziali di possibilità». Un campo dove la filosofia diventa stupore per la Sapienza muta di un Dio fattosi uomo, stupore che invita a ridefinire i concetti classici della metafisica: che cosa è l'essere, l'analogia come dispositivo del rapporto tra la creatura e l'altro, la destinazione finale dell'uomo. Come se la domanda ultima della filosofia - "perché l'essere e non il nulla?" - si fosse tramutata nella domanda "perché Cristo e non il nulla?".