La definizione di "sapere segreto" abbraccia l'insieme di quelle forme di conoscenza che hanno come oggetto di indagine ciò che è nascosto, misterioso e occulto, insieme a quelle sapienze che fondano sulla segretezza la loro dimensione essenziale. Attraverso l'esame di varie letture, si analizza la declinazione del concetto di "sapere segreto" nel mondo ebraico, cristiano e musulmano a cavallo tra la fine del Medioevo e il primo Rinascimento; una fase storica caratterizzata dalla coesistenza e dall'interazione di differenti tradizioni sapienziali, filosofiche e religiose che si sono cimentate costantemente in questioni concernenti la Divinità, la sua manifestazione nella natura, l'angelologia, la demonologia, la soteriologia. Da questo confronto appare chiaro che ciò che accomuna le diverse tradizioni è l'esigenza di accedere agli aspetti più profondi e reconditi del reale, ossia a quei saperi filosofico-teologici, mistico-sapienziali, magici, alchemici e cabalistici caratterizzati dal paradosso dell'"occultazione rivelata": una tensione dialettica tra manifestazione e occultamento, tra esigenza di svelamento e rispetto dell'ascosità dei segreti.