Il testo offre un quadro complessivo sulle restrizioni al commercio internazionale emanate da organizzazioni internazionali e Stati, mettendo a disposizione i principali strumenti operativi che permettono alle imprese di adottare le precauzioni utili o necessarie per prevenire i rischi connessi alle transazioni con l'estero. Le sanzioni internazionali, le contromisure, i boicottaggi e le altre forme - dirette o indirette - di restrizioni al commercio, sono diventate, infatti, nel corso dell'ultimo ventennio una realtà emergente ed impattante per gli operatori economici europei ed italiani. L'elemento significativo degli ultimi anni è che il ricorso a misure restrittive del commercio internazionale, spesso unilaterali ed asimmetriche, non risponde più solamente alla finalità originaria per le quali era stato concepito - quello di garantire la pace e la sicurezza a livello internazionale - ma talvolta viene utilizzato come strumento per perseguire guerre commerciali. In un mondo caratterizzato da limitazioni allo spostamento di merci e servizi e di conflittualità economica, il tema del controllo delle esportazioni ha quindi assunto un rilievo primario per le imprese: spetta ad esse, infatti, doversi accertare per prime che l'immissione dei propri prodotti, tecnologie e servizi nel mercato globale, non violi la normativa esistente, sempre più estesa e restrittiva. È in questo contesto che sono state concepite le Raccomandazioni dell'Unione Europea n. 2019/1318 e n. 2021/1700 in materia di Programmi Interni di Conformità, ed il nuovo Regolamento c.d. "dual use" n. 2021/821, che attribuiscono nuove responsabilità in capo alle imprese esportatrici. Ad esse viene rimessa la valutazione del rischio, l'attuazione di misure che assicurino il controllo di ogni esportazione e dell'attività complessiva dell'azienda, tramite l'adozione di Programmi Interni di Conformità adeguati all'organizzazione interna.