È noto che ogni movimento nello spazio corrisponde a uno spostamento nel tempo. Ripercorrere le strade di una città con gli occhi di un poeta vuol dire ricalcare l'autografia di un percorso umano di grande valore testimoniale, dietro cui si annidano l'immagine del Tempo e le infinite stratificazioni di una memoria che accumula, dimentica e nasconde. Viene da domandarsi allora: quale posto assume Salerno nella formazione di Gatto? E che cosa resta del suo sguardo nel tessuto e nel respiro della città odierna? Nelle pagine seguenti cercheremo di rispondere a questi interrogativi. Non sono pochi del resto i monumenti architettonici e storici della città natia a cristallizzarsi fin dagli anni giovanili nella memoria e coscienza poetica gattiana, tanto da acquisire la rilevanza di archetipi di una visione profonda che trasfigurando l'umile quotidiano, le consuetudini più semplici e povere, negli emblemi canori di un non-tempo mitico, ne proietta l'immagine in un luogo uniiversale del sentire umano. Salerno diventa "rima d'eterno", ma non per un gratuito gioco di rime.