Siamo a Sud Est, coccolati e stretti da due mari, sulla propaggine orientale estrema di un'Italia che è già Grecia e viceversa. Ci accingiamo fisicamente, predisponiamo spiritualmente, a un viaggio che è contemporaneamente anche una navigazione: acqua e terra, infatti, qui si scambiano e confondono, spesso e volentieri. Il passato illustre e il presente alla moda si uniscono e fanno girare la testa tanta è la bellezza paesaggistica, storica, architettonica e soprattutto umana che circonda e circuisce, cinge e blandisce. È un racconto, un reportage, una scrittura affettuosa e una descrizione anche critica che cammina sui confini di dolomia, penetra nei borghi bianchi, si tuffa nell'Adriatico e nello Ionio, si fa toccare la pelle dalla città dove le pietre hanno il colore e la dolcezza del miele, scandaglia le campagne, abbraccia gli ulivi e soprattutto stringe sempre le mani alle persone per avere un contatto più diretto, profondo e schietto possibile con il Salento di oggi e conoscere così anche quello di ieri. Dalla lettura di Salento. Terre e mari a Sud Est si riemerge inebriati dalla vista del blu più profondo, arrabbiati per la perdita del suo verde oceano di foglie, scaldati dalla luce amorosa, sospinti dal soffio dei venti che battono o accarezzano a seconda di quello che essi decidono di fare: quel che conta è mettersi in scia. In sella a una vespa 50 special, al volante di una Cinquecento anni '60 qui si può provare un senso di libertà e di inattesa appartenenza che trasformano l'anima e l'esistenza.