I "Saggi sull'empirismo radicale" rappresentano la fase più matura e originale della riflessione filosofica di William James. I testi che compongono questa raccolta, apparsa postuma nel 1912, furono originariamente pubblicati su riviste fra il 1904 e il 1905. Riuniti due anni dopo la morte di James, essi costituiscono l'entrata privilegiata alla sua filosofia dell'esperienza, un luogo classico in cui pensatori di ieri e di oggi si confrontano con i problemi sollevati dal filosofo e psicologo statunitense. Questi saggi hanno avuto un'influenza duratura; possiamo ritrovarne un segno nella riflessione di coloro che con essi si sono misurati: Bergson, Whitehead e Russell, ma anche Deleuze e Putnam. Lo stile di James è chiaro e tagliente e il suo procedere argomentativo è accompagnato dal rigore che contraddistingue il suo pensiero.