Per la prima volta è esposta in pubblico una selezione di sculture in cera, bronzo e gesso, fino ad oggi visibili solo sul Catalogo ragionato, cui si affiancano fotografie, lettere e disegni inediti di Medardo Rosso.
Personalità tra le più significative e originali del panorama internazionale della scultura del secolo scorso, Rosso è il protagonista della mostra "Rosso.Opere scelte" alla Amedeo Porro arte moderna e contemporanea di Milano dal 5 maggio al 29 luglio 2011 a cura di Paola Mola.
La mostra è l'occasione per ammirare un nucleo di straordinarie opere dello scultore: alcune da poco ritrovate, altre provenienti da importanti collezioni private italiane, che coprono un arco temporale che va dal 1887 al 1927.
Si tratta, inoltre, della prima personale di Rosso in una galleria privata italiana dopo quella organizzata nel 1946 alla Galleria Santo Spirito di Milano.
Fulcro dell'esposizione è la bellissima Femme à la voilette (1895), capolavoro di Rosso, già nella collezione Luigi Bergamo. La rarissima opera modellata in cera - ne esistono solo sei esemplari, tre dei quali esposti nei Musei italiani di Brera a Milano, Cà Pesaro a Venezia, Galleria Nazionale a Roma - è uno dei due lavori ancora in collezione privata. La scultura ritrae la fuggevole immagine di una donna velata nell'atto di scendere la scalinata di una chiesa di sera, a Parigi, sotto la pioggia.
Di grandissimo valore anche il ritrovamento dell'unico esemplare conosciuto in bronzo della Petite Rieuse. La scultura, esposta una sola volta nel 1902 al Museum der Bildenden K?nste di Lipsia, si riteneva perduta: dopo la mostra, l'opera non tornò a Parigi nello studio dello scultore e se ne persero le tracce. In via del tutto eccezionale la Petite Rieuse è oggi presentata per la prima volta - dopo oltre un secolo - nello spazio di Amedeo Porro che ricompone così un importante tassello del percorso espressivo dell'artista.
Straordinario è Il Sagrestano (conosciuto anche come Lo Scaccino o Se la fuss grapa), databile intorno 1887, della collezione Ajna. In gesso cavo, dipinto di nero, si presenta come un capolavoro di tecnica, poesia e leggerezza: "una forma senza paragoni - commenta la curatrice - comprensibile forse solo oggi attraverso Giacometti e le terrecotte di Fontana".
Degno di un'esposizione museale, il nucleo dei tre gessi provenienti dalla celebre collezione di Mario Vianello-Chiodo, amico veneziano di Rosso dal tempo del suo rientro in Italia, nel 1920. Nell'autunno del 1927 (poco prima della morte dell'artista avvenuta nel marzo 1928), lo scultore donò all'amico alcune casse contenenti un gruppo di 7 opere in gesso: i tre gessi esposti fanno parte di quel nucleo. L'Enfant à la Bouchée de pain, eseguito nel 1897, è un'opera in gesso patinato, probabilmente il primo, pieno di inclusioni e tormentate aggiunte. La Portinaia, è uno strano caso di un gesso che nasce come opera finita e patinata e diventa poi un modello per le fusioni con l'aggiunta del piano di portata. Il terzo g