Il libretto raccoglie tre parti: le poesie delle "stagioni del cuore"; un tributo a un maestro di vita; e la riscrittura poetica dei primi dieci capitoli del Genesi in terzine dantesche. Per quanto tra loro diverse, le tre parti sono collegate da un sottile filo, che si coglie nel racconto centrale. Qui l'autore descrive non solo il suo legame con l'amato insegnante di italiano, ma spiega come è germinata la sua passione per la poesia. Come Elia, prima di essere rapito in cielo, diede a Eliseo lo spirito di profezia, così fece il prof. Di Lazzaro con il suo alunno, prima di spiccare il volo verso il cielo. Ciò che l'autore narra è il vivo ricordo del maestro e dei tragici eventi che ne hanno segnato gli acerbi anni dell'adolescenza, ma è soprattutto una sorta di investitura solenne: è infatti da lì che inizia a maturare la consapevolezza di aver ricevuto in dono la poesia e di essere chiamato a servirla... con poco cervello, ma tutto il suo cuore. Il racconto centrale descrive perciò la genesi di un dono, i cui frutti sono raccolti nelle modeste poesie iniziali e nella riscrittura poetica finale. Quella sorgente perenne dona vita e freschezza alle semplici stagioni del cuore, che non fanno notizia, ma che donano gioia al fanciullo interiore, nutrendo una indivisibile passione dell'autore per la parola umana e divina, custodita nelle sacre Scritture. Di qui l'omaggio finale a Dante e alla Parola di Dio, che si legge nella riscrittura in terzine dei primi capitoli del Genesi.