In questa serie di racconti di Lovecraft citiamo: "La Tomba" è il primo racconto scritto dall'autore di Providence dopo una stasi di nove anni. Il protagonista, Jervas Dudley, è il primo degli avatar letterari nei quali Lovecraft fotocopierà ossessivamente la propria stessa figura di "estraneo" al mondo triviale, antiestetico, stolidamente noioso dell'esistenza comune. In "Da altrove" compare un'altra tematica basilare di Lovecraft: l'idea che accanto all'universo sensibile, nel quale viviamo la vita di tutti i giorni, ne esista un altro, a esso contiguo e complementare, ma gonfio d'orrori e di abominazioni, che ne costituisce quasi un infame rovescio, cui si accede soltanto attraverso l'incubo e la follia, ovvero attraverso temerarie ricerche nell'ambito di sapienze proibite. "I ratti nei muri" rappresenta il primo tentativo, in Lovecraft, di costruire coerentemente una "storia occulta" che corra parallela a quella reale. Una storia tenebrosa, che procede per varie degenerazioni: del sangue, della religione, dei luoghi, della mente, fino alla definitiva confusione del linguaggio e la perdita del senso di identità, nel caos finale.