Reale, astratto, surreale: mai come nel caso di Romano Tagliaferri (Milano, 1940 - Piacenza, 2006) le categorie, pur legittime, si rivelano inadeguate. La sua arte è stata tutte queste cose e anche altro: un viaggio della fantasia ma anche della memoria; una meditazione sulla vitalità della natura e insieme sulla sua incomprensibilità. Esponente nel 1965 del Gruppo A con William Xerra e altri artisti, Tagliaferri è stato poi vicino, ma in modi originali e autonomi, alla Scuola di Piacenza. Negli ultimi anni ha invece elaborato un decorativismo fantastico, ispirato di volta in volta ai miti nordici, ai mondi dell'Oriente, ai percorsi immateriali della posta elettronica. Nelle sue opere le reminiscenze dell'antico sono ripensate nell'angolatura del domani e, simmetricamente, il presentimento del futuro è intuito alla luce del passato. Il volume ne ripercorre vita e produzione artistica, attraverso i testi di Elena Pontiggia ed Eugenio Gazzola, ed è completato da un'antologia critica, dagli anni sessanta ai duemila.