Roma, soggetto fotografico per eccellenza, è tuttavia un soggetto che diventa ogni giorno più impegnativo, difficile per lo sforzo e la capacità che richiede all’operatore di astrarsi completamente dal presente. Il progetto dell’autore di questo volume è invece deciso: lo dimostrano le sue scelte di piazzare la colonna, o le colonne al centro esatto del fotogramma, all'interno di campi visivi nei quali il luogo e il tempo non si contendono lo spazio, piuttosto lo condividono. Gli scatti di Vidor implicano un processo di immedesimazione e di meditazione, ma nonostante ciò non restituiscono l'immobilità della posa, che pure è sempre presente. Forse perché siamo noi a muoverci per entrare dentro l'immagine.