Anne-Rose D., scrittrice di versi raffinati, è all'aeroporto di Parigi con le sue valige logore: è di ritorno da un "viaggio proibito" ed è impaziente di rientrare in rue du Bac, di nuovo a casa. Anni dopo, Maurice Bruant si muove tra le stanze di quell'appartamento con i muri "né bianchi né perfettamente levigati" e i libri arrampicati per ogni parete: tra le carte trova la "folle autobiografia" di Anne-Rose, un diario le cui pagine contengono l'intera vita della sua antica amante, la solitudine, il dolore dell'infanzia, la passione perduta per un assurdo gesto di violenza, l'amore mai più ritrovato. Una vita segnata da disagio e illusioni, il sogno di un viaggio che si fa ossessione, il fastidio per l'insensibile volgarità del mondo intorno a lei. Quel mondo che si agita per le vie di una Parigi dove Anne-Rose continua a vivere sentendosi una "turista", un'esclusa, quasi la gente "volesse rimproverarle tutti i versi composti".