Le figure di quattro intellettuali "critici" del ventennio sono delineate in questo libro sullo sfondo di ricordi di prima mano. Protagonisti della cultura fascista, complici ma anche vittime del regime, essi furono coinvolti nella sua nemesi politico-ideologica fino all'autocritica e all'espiazione, personalmente vissuta da Bottai nella Legione straniera; da Spirito nella scepsi più radicale; da Pellizzi nella conversione alla sociologia; da Soffici nei suoi diari e in una poetica dell'arte fine a se stessa. Altri ritratti di persone, altri eventi e casi seguono nella narrazione dei capitoli conclusivi, che testimonia sul filo dei ricordi il ritorno alla ragione negli anni del Dopoguerra e il tramonto delle ideologie del Novecento.