Quello che stiamo vivendo non è l'unico nostro destino ma il frutto di un paradigma culturale fallito. Un nuovo modello deve condurci in luoghi diversi dalla distruzione e dalla distrazione, luoghi diversi dalle disuguaglianze e dalle discriminazioni. Il nostro nemico non si annida più dietro un cespuglio con i suoi denti affilati, o nei terreni duri per l'aratro, ma in quelli inquinati, nelle montagne sventrate, nelle foreste che bruciano, nei ghiacciai che si sciolgono, nella ecatombe della biodiversità e negli ecosistemi che collassano. La cultura può essere il nostro nutrimento, la formazione e la conoscenza la nostra leva per dar vita a una nuova dimensione della rivolta. Tocca a noi rivoluzionare il sistema politico globale, non perché siamo ambiziosi, ma perché nessun altro lo farà per noi. Dobbiamo riconoscere il nostro ecosistema e rigenerarlo.