Nella lunga coda della crisi pandemica nuove strategie vengono tracciate e importanti risorse prospettano uno scenario diverso da quello vissuto per oltre venticinque anni. Dopo l'avvio del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), le politiche economiche e di sviluppo sembrano destinate a radicali mutamenti; il traguardo dichiarato, quasi temerario, include nuove produzioni, nuovi modi di produrre e nuovi equilibri economici, ambientali e sociali: un intervento poderoso. Le formidabili assegnazioni di risorse destinate alle necessarie infrastrutture e alle Grandi Transizioni si rivolgono essenzialmente agli abituali grandi gruppi, ma la loro importanza nel disegnare le strategie e il futuro non può far dimenticare il peso complessivo degli altri operatori privati, presenti o da far crescere. Occorre avere una visione di sistema più equilibrata. Di fronte alla promozione di nuovi ambiti produttivi, quando i fabbisogni di conoscenza non sono esplicitati e ci si rivolge al nostro tessuto produttivo con le sue peculiarità, è indispensabile curare la diffusione di relazioni e interscambi tra grandi e piccoli, tra ricerca e imprese.