"C'è nel libro il piacere di donare, anche in forma di iperbole, l'occasione di fermarsi a considerare le piccole e grandi cose che ci circondano, quelle in specie alle quali ci abituiamo e sulle quali non poniamo più attenzione dandole per scontate quando non lo sono affatto. Certo è un'opera sintetica con un inevitabile tratto di presunzione, dire molto in pochissimo. Un esercizio di profondità superficiale, di volgarizzazione elitaria del pensiero." (Cesara Buonamici)