12/02/2016
Di calliope2015
5 stelle su 5
È difficile catalogare questo libro, che è una trasposizione in cui l’autrice si racconta con coraggio, senza infingimenti, facendo prevalere sulla forma del romanzo, tecnicamente intesa, una sorta di diario romanzato. Un diario in cui la vicenda privata e interiore è contestualizzata attraverso spaccati narrativi di accadimenti e tradizioni.
“Ricordati di sorridere” è insomma un libro difficilmente inquadrabile in una categoria, perché vi coesistono il registro del diario, della cronaca, del saggio. Anche la modalità narrativa muta al continuo intrecciarsi di questi timbri, per cui la forma prevalente, oggettivata in terza persona, si spezza in brevi capitoli dove l’autrice parla in prima persona e dal presente riavvolge la narrazione in retrospettiva sul filo accorato della memoria. Proprio questi brani, fino alla chiusa finale la parte più toccante del libro, quella in cui emerge il sentimento e che parla al cuore. L’incipit sul mare d’inverno - giocato sapientemente sul contrasto tra il senso dell’infinito e l’esperienza della finitezza della vita terrena, recata dal dolore per la perdita della persona amata - si ricongiunge come in un cerchio al finale, quando l’autrice si riappropria con accresciuta consapevolezza di tutta l’abnegazione e la tenerezza ricevuta dall’amore materno.
In conclusione “Ricordati di sorridere” è soprattutto un omaggio all’amore materno, ma non solo. Più in generale è un omaggio alla vita, da cui tutti possono sentirsi coinvolti. Nella narrazione autobiografica di un passato recente e remoto vengono proposti contenuti positivi del vivere e valori senza tempo, quali la perseveranza, l’abnegazione, la dignità del lavoro, un ideale di cultura diffusa e condivisa all’insegna della solidarietà sociale.