"C'è un ardore di conoscenza e di ricerca, da sempre, nella poesia di Sergio Bertolino. Un ardore nutrito di rabbia e di inquietudine, che traversa tutti gli emblemi del vivere senza temere di contraddirsi. Questo libro sembra approfondire proprio questo tema della sete, portando all'estremo l'idea di poesia che si muove tra ribellione e disciplina, ma esercitando la propria "resistenza" dentro un paesaggio e una lingua coerenti e definiti. E il paesaggio che qui si profila è quello delle origini che già avevamo esperito nella raccolta precedente, ma non con la stessa selvatica virulenza di ora, la stessa "fame di radici" e di "arcano" che agisce in queste pagine, dove il ricorso - per una intera sezione - al dialetto reggino svela tutta la carica delle scelte e la forza dell'inabissamento." (Dalla postfazione di Giancarlo Pontiggia)