Questo volume rilegge il fenomeno socio-culturale del punk inglese, in riferimento ad una ricerca sul campo svolta dall'autrice nel lontano 1980. All'epoca, lo studio ha analizzato il fattore "strutturale" di una comune appartenenza a famiglie operaie e quello "culturale" di una "resistenza simbolica" all'establishment. La nuova versione del saggio sottolinea come la moda e la musica abbiano giocato un ruolo cruciale nella costruzione dell'antagonismo di questi attori sociali. La moda era una maschera che rifletteva la "brutta faccia" della società inglese del tempo. La musica "strillata" era l'espressione del vuoto dei loro ruoli sociali. Il presente contributo evidenzia pure il carattere controculturale degli artisti di strada, anni Duemila. I loro stili di vita alternativi si sono costruiti nella scelta di un'esistenza e di un'arte senza convenzioni e obblighi istituzionali. Sono spettacolari nelle loro performance. E nomadi del presente.