Ramingo è stato il bracconiere più famoso. Sin da bimbetto, accompagnato dal nonno, ha cacciato nelle impenetrabili macchie della Bandita Demaniale di Montrignone. Poi da solo, nelle notti buie senza luna, intabarrato nel pesante pastrano di pelle di capra, con la su' doppietta caricata a pallettoni (la Sorella, come lui la chiamava), affrontava insidie e pericoli di qualsiasi tipo. Che si ritrovasse nel bel mezzo a violenti temporali oppure frustato da gelidi venti di tramontana, ogni volta acchiappava il su' cignale di quintale. Divenuto vecchio e ormai incapace a cacciar di frodo in quei fitti grovigli, il suo spirito fu come schiacciato da un macigno troppo pesante da scrollarsi di dosso. Capitava allora che mi invitasse a far due chiacchiere. Quando ci sedevamo a quel massiccio tavolo di quercia, lui era come fosse l'autista del camion colmo dei suoi ricordi. Io accanto a lui, sul seggiolino passeggeri, godevo del riverbero del focarile scoppiettante e di quel suo lento parlare cadenzato. In questo libro ho riportato i suoi racconti che mi hanno maggiormente colpito. Quelli che mi hanno tenuto compagnia in molte notti insonni.