Il tema della radicalizzazione di matrice religiosa e delle relative attività di contrasto occupa la scena pubblica da ormai due decenni, senza che il tempo trascorso abbia condotto a una soluzione condivisa tanto a livello sovranazionale, quanto nel panorama italiano. La materia, che vede intrecciarsi i rapporti tra diritto, sicurezza e religione, risente infatti ancora di criticità essenziali, che il libro affronta muovendo da una prospettiva giuridica e in specie ecclesiasticistica. Su tutte, l'individuazione di una definizione compiuta di "radicalizzato", e quindi di "radicalizzazione", tuttora foriera di confusione. L'autore, dunque, ne propone una propria, che vaglia alla luce delle attuali strategie di contrasto esistenti nel nostro paese e, soprattutto, dei principi costituzionali su cui si fonda l'ordinamento democratico, laico e pluralista. Infine, si interroga sulla perdurante assenza di un piano nazionale di prevenzione e de-radicalizzazione, con l'auspicio che da questa riflessione teorica possano maturare frutti concreti, in ossequio alla tradizione che vuole il diritto, anzitutto, una scienza pratica.