Sotto la luce grigia e monotona di città a loro estranee, i personaggi di Karel Capek si infrangono alla fine di percorsi accidentati contro il misterioso e terribile muro dell'incomunicabilità. Padri orfani, amanti traditi o lontani, uomini consumati dall'esistenza si alternano in storie di ordinaria disperazione, ingabbiati irrimediabilmente sotto la crosta del tempo, dei rancori e dei sensi di colpa. Pubblicata nel 1921, la raccolta dei "Racconti tormentosi" - dei quali qui si propone una selezione - testimonia la sensibilità dello scrittore ceco per i complessi meccanismi dell'imperfezione umana, calata in una dolorosa mediocrità che non conosce patetismi.