La fabbrica è l'emblema del lavoro, di un mondo che si è radicalmente trasformato nei quarantanni raccontati in questo libro: la fabbrica è il luogo "dove si fanno le cose e che, dopo la stagione felice di Volponi, Ottieri, Pratolini, Bernari, pare essere uscita dal panorama letterario italiano e dallo scenario degli interessi sociali del Paese. Salvo rientrarci con gli improvvisi sussulti referendari della Fiat e la scoperta di milioni di ore di cassa integrazione, quasi assolutamente per operai". I racconti, accompagnati da approfondimenti storici e culturali, si rivolgono a coloro che hanno lavorato nel passato, a quelli che stanno lavorando e alle persone che non lavorano o che non hanno mai lavorato ma sono interessate a comprendere il mondo in cui andranno a trascorrere gran parte della loro vita. Si narra di un mondo che apparentemente non c'è più, ma che è reale, vivo e ancora molto duro. Sono cambiati i soggetti, le loro vicende e i contesti; i problemi sono di frequente gli stessi. A differenza di opere che contengono teorie classiche, qui si raccontano storie vere desunte da realtà vissute in diversi periodi di tempo, per poi affrontare alcuni principi teorici, come alcuni argomenti tipici della psicologia del lavoro e della psicologia sociale.