"Questa notte la temperatura è scesa parecchio. Mi sveglio con la testa raggomitolata nel cappuccio del sacco a pelo, infilato dentro a un secondo sacco più pesante. Ho dormito con tre strati di vestiti, tre paia di calze di lana e il passamontagna. Apro la cerniera e metto fuori la testa. La prima luce del giorno illumina un'atmosfera pallida e onirica, che filtra attraverso il bosco. Intorno a me ci sono solo alberi e neve, una foresta fitta e immobile, abbracciata da un silenzio ovattato. Ha nevicato tutta notte. Sprofondo nella neve fresca fin sopra le ginocchia, mentre avanzo attraverso gli abeti fino al margine del lago ghiacciato. È dello stesso bianco del cielo carico di nuvole nebbiose. Tutto si confonde. Lo spazio e il tempo sono dilatati, avvolti dal biancore, in un paesaggio che non cambia mai. Ho attraversato la Lapponia a piedi in inverno, camminato tra i fiordi della Groenlandia e sotto la pioggia della Kamchatka, esplorato il Canada con un furgoncino Volkswagen, girovagato in Norvegia, Islanda, Scozia e isole Faroe. Da quando ho iniziato a viaggiare nel grande nord, c'è una voce che continua a chiamarmi e io, regolarmente, mi ritrovo lassù, nelle terre del vento e della neve." (L'autore)