Questo libro nasce da un caso di omonimia, o meglio, di un'omonimia non a caso, visto che gli autori sono due cugini. Stesso nome, stesso cognome: Giuseppe Bonura. Due esistenze diverse che si incrociano quasi per caso dopo trent'anni, accorgendosi di aver prodotto nel frattempo racconti uniti da un misterioso filo rosso fatto di ironia e divertimento, senza però scordare la cattiveria e il dolore della vita. Il risultato è una "Raccolta differenziata", con un pizzico di sana follia. Vicende fra mare e terra, disavventure telefoniche, buchi neri dell'anima nel pavimento di casa, orizzonti aperti fra il nord e il sud di questo Belpaese, l'ossessione dello scrivere, il senso dell'acqua, la capacità di sopravvivere sfruttando l'inerzia della vita. E poi ancora i temi della fortuna e della sfortuna, gli incidenti della vita sentimentale, le puntate grottesche nella incoerenza di chi cambia in continuazione idea, anche 61 volte al minuto. Un pizzico di giallo e una spruzzata di mistero. Insomma un mondo apparentemente senza regole, ma rigoroso nel raccontare come a volte i valori di un'esistenza possono essere diversissimi, eppure uguali.