Il volume, il ventisettesimo, raccoglie circa ottanta componimenti del prolifico autore Enzo Bacca che qui, ancora una volta, si destreggia in quella che egli stesso chiama cronipoesia. Il sociale, in tutte le sue sfaccettature è, in questa silloge, cardo e decumano: la realtà che avvolge il poeta è "marciapiedi e asfalto, pantani e acquitrini, panni sudici e scarpe lordate di fango, percorsi accidentati e sdrucciolevoli nel respiro dei vinti, degli ultimi, dei derelitti". Col piglio dell'esploratore indaga le cronache di questi tempi assai difficili, traendo l'ispirazione giusta da trasmettere sul foglio bianco. Scrive Orazio Antonio Bologna nella prefazione: "In tutta la silloge si avverte fin dalla prima battuta un'aggressività graffiante e prepotente, per svegliare la coscienza dell'uomo contemporaneo, immersa e ovattata dal torpore di un benessere precario, apparente, illusorio". Prefazione Orazio Antonio Bologna.