Francesca è giovane, bella, intelligente. Ha una famiglia amorevole, molti sogni e tanti amici. All'apparenza è una adolescente qualsiasi, ma combatte una lotta violenta contro se stessa. Ventisette chilogrammi. Sedici anni, inchiodata in un letto di ospedale, mentre le coetanee vanno alle feste, iniziano a truccarsi, alzano la musica a tutto volume, illanguidiscono ai primi brividi d'amore. Il suo viaggio verso l'anoressia nervosa è cominciato. Sul suo diario, compagno silenzioso e non giudicante, racconta come si è incastrata in un riflesso che fatica ad apprezzare. Come ha iniziato a sottrarre il tempo alla vita per dedicarlo alla malattia che fagocita ogni sua ambizione, le sue forze e, soprattutto, il rapporto con il fidanzato che fatica a restarle accanto mentre lei si smarrisce sempre più nei conteggi delle calorie e nei meandri di un percorso riabilitativo più subito che scelto. Con una manciata di chili Francesca pensa di avere il mondo in mano, di poterlo governare e controllare, invece, per non ingerire che poche briciole, ha venduto tutto. L'anoressia la lascia al margine di un bel quadro, sopraffatta dall'ansia e dai sensi di colpa. Vuota nella pancia e nell'esistenza. Può riscattarsi? Quando la resa pare inevitabile, è allora che si può combattere, che si può smettere di mentire, di avere paura e di negarsi la felicità.