Questo libro offre al lettore quanto Henry James - il grande romanziere che si occupò anche di arte - scrisse su Tintoretto sin dalla sua prima visita a Venezia (1869), quando come Ruskin più di vent'anni prima, rimase folgorato dalla potenza del pittore che prese il posto di Tiziano nella sua considerazione personale, vedendo in lui tutto quello che egli stesso avrebbe fatto nel corso della sua vita: l'uso rivoluzionario del punto di vista ("ti sembra non soltanto di guardare i quadri, ma di guardarvi dentro", l'uso del realismo unito al simbolismo, la sperimentazione scenografica di grande impatto teatrale.