Questo libro, che attinge all'opera dello storiografo romano Tito Livio, prende le mosse dalla morte di Numa Pompilio, secondo re di Roma, e racconta gli avvenimenti che si susseguirono nel tempo, fino alla conquista della Città da parte dei Galli guidati da Brenno e alla successiva loro sconfitta per merito di Furio Camillo. La narrazione, «tra storia e leggenda, ricostruendo intrighi, battaglie, alleanze ma anche storie individuali e familiari» (dalla prefazione di Sara Sinigaglia), illustra come un popolo - originariamente costituito da un'accozzaglia di reietti, profughi e perseguitati - riuscì a costituire una comunità coesa e orgogliosa, consapevole della propria forza e dei propri diritti. Una comunità che seppe dotarsi di una struttura politica e militare capace di sfidare i secoli, e che nei secoli fu compendiata da una sola parola: «Roma».