Ora sono pronto per iniziare il primo dei cinque brindisi: cinque brindisi, cinque persone, cinque ricordi. Spingo la mia bottiglia vuota sul bancone, verso di lei. E quando l’afferra e si gira dall’altra parte, dico con un filo di voce: “Sono qui per ricordare: tutto ciò che sono stato e tutto ciò che non sarò mai più”.
Nella maggior parte dei casi si beve per dimenticare.
In
Quando tutto è detto di
Anne Griffin, il protagonista Maurice Hannigan, beve per ricordare.
Quando tutto è detto è edito da
Atlantide, una casa editrice indipendente che già dalle sue prime pubblicazioni (
L’estate che sciolse ogni cosa è stato un grandissimo successo) si è distinta per la qualità della forma e dei contenuti.
Con
Quando tutto è detto andiamo in Irlanda.
Entriamo in un tipico pub della contea di Meath e guardiamo Maurice Hannigan svelarsi per la prima volta.
E’ anziano e ha alle spalle moltissimi ricordi.
Decide di parlare di sé attraverso cinque di questi ricordi, rivolgendosi a cinque persone alle quali dedicherà un brindisi.
Quando tutto è detto è un romanzo alcolico nel senso più autoriale della definizione.
I ricordi si mescolano a sapori, a profumi, rianimano emozioni e sensi.
Ed è per questo che Maurice non lascia nulla al caso.
Ogni ricordo, ogni brindisi è per qualcuno che ha avuto un ruolo nella sua vita.
Per ogni brindisi la scelta del sapore è precisa.
Primo brindisi: a Tony con una bottiglia di Stout.
Secondo brindisi: a Molly con un bicchiere di Bushmills, malto invecchiato 21 anni
Terzo brindisi: a Noreen, ancora con una bottiglia di Stout
Quarto brindisi: a Kevin con del Jeffersons’ Presidential Select
Quinto brindisi: a Sadie con del Whiskey Midleton
Chi sono queste cinque persone?
Bisogna leggere
Quando tutto è detto per entrare nella vita di quest’uomo.
Recensione di Stefania C.