«La tinteggiatura pubblicitaria dei brand non si limita al verde dell'ecologia e della naturalezza, sfuma verso il giallo, simbolo di felicità e solarità, e verso l'arancione, che esprime giovinezza ed energia, raggiunge il rosso, il colore della passione e dell'amore, e ancora passa per la tranquillità del blu, per la saggezza e la creatività del viola, giungendo fino all'indaco, colore della spiritualità e della trascendenza. Anziché di greenwashing sarebbe più corretto parlare di Rainbow-washing, nel quale tutti i colori principali vengono forzatamente accostati al brand senza che esso sia concretamente legato ai benefici che simboleggiano. L'inganno della pubblicità non si limita dunque all'ecosostenibilità, vuole farci pensare che la felicità più intensa e assoluta si trovi nel consumo. E quel che è peggio è che ci sta riuscendo...» Con apporti e riflessioni inedite di esperti della comunicazione aziendale e dei social media come Alessandro Cascavilla, Daniele Vezza, Giulia Roccetti, Giorgio Di Tullio, Claudia Peverini, Andrea Luminati e Bruno Lamborghini. Prefazione dei professori Silvio Cardinali e Francesco Orazi