"Sono le due di notte. L'orologio di San Pietro batte lentamente l'ora. Questa stanza è enorme, eppure mi sento soffocare. La piazza berniniana soggioga la mia vista, la sua maestosità m'infastidisce. Sono nel centro del potere, esterno e distaccato dal resto della città, del mondo, i simboli del Clero Secolare mi rappresentano. Ma questa veste bordata di rosso è ben altro. È la maschera che ho adattato al mio aspetto, al mio viso, alle mie azioni, è la copertura di cui mi faccio scudo. Oggi, quest'abito ricade sul mio corpo stanco, sui miei inconfessabili desideri, sulla linea sfumata e crudele che corre tra l'Inferno e il Paradiso. Indossare questa veste intrisa di potere è stato più semplice di quanto si possa pensare. È chi mi guarda che fa di me ciò che sono, perché chi mi guarda vede soltanto ciò che vuole vedere. Tutti vedono in me il porporato, il servo di Dio, il diplomatico vicino al Santo Padre. E tutti dimenticano di prestare attenzione al mio volto contratto, ai miei sguardi guizzanti, alle mani trattenute da una compostezza studiata, plasmata da anni di autocontrollo. Di autoflagellazione. Nessuno è mai riuscito a cogliere i miei palpiti sospirati, soffocati dalla pórpora, eppure indosso quest'abito da trentadue anni."