Il volume raccoglie una serie di saggi attraverso cui storici delle dottrine politiche di scuola e di provenienza diversa si confrontano sul tema classico del "protego ergo obligo", come occasione per tornare a discutere del fondamento del potere e delle condizioni che regolano l'obbligazione politica. Partendo dalla riflessione di Hobbes, dall'artificio hobbesiano della costituzione politica nella sua più tipica natura obbligatoria, si sviluppa una trama interpretativa che, nell'intreccio di aspetti storici, filosofici e istituzionali, fa del "protego" non soltanto un problema securitario, rivendicazione di sicurezza della propria persona e delle proprie cose, ma anche un patrimonio di istanze materiali e immateriali più estese, destinate a diventare parte imprescindibile della pretesa di protezione. Di qui, con l'attenzione rivolta alle stesse forme contemporanee dell'agire politico, un andare oltre lo Stato, l'individuazione di nuovi soggetti, tanto nel diritto interno quanto nel diritto esterno, legittimati a farsi carico e rivendicare i corrispondenti poteri della funzione protettiva. Prefazione di Claudio Palazzolo.