Il lavoro si propone di evidenziare come gli obiettivi e gli interessi, sottesi al codice della crisi e dell'insolvenza, e gli istituti in cui il corpo normativo si scompone, possono essere effettivamente compresi laddove se ne indaghi l'anima, quale strumento distintivo di conoscenza. Anima che, nella specie, si concretizza nella diffusione di una "nuova cultura" della crisi di impresa, volta a prendere coscienza della circostanza che la crisi è una patologia che fisiologicamente accade e dalla quale non si deve rifuggire dovendo essere affrontata "senza indugio" (art. 2086 c.c.), posto che la tempestività della cura amplifica le possibilità di successo ed il ritorno all'equilibrio. La vera sfida, su cui si fonda il successo del codice della crisi, sta nel cambiamento di postura culturale. Per questo il giurista deve necessariamente percorrere il territorio culturale dell'economia aziendale ove il concetto di crisi non è storicamente demonizzato, come nella tradizione giuridica, ma è sostanzialmente compreso come una possibile evenienza da prevenire, ovvero da percepire e comporre. Ed analoga propensione deve appartenere allo studioso dell'economia aziendale rispetto ai "luoghi" del diritto. Diritto della crisi ed economia aziendale sono così due "lingue matrici" che è necessario comunichino tra di loro nella prospettiva di un linguaggio comune che serva a spiegare i temi e le problematiche della crisi di impresa.