Scrivendo ad un amico e partendo dalle proprie esperienze di vita, l'Autore intervalla racconti di relazioni terapeutiche a riflessioni sulle modalità di cura e di ascolto, dando luogo a un convegno dei pronomi personali, il cui manifesto finale si potrebbe così sintetizzare: «Volare incontro al vento, elaborare un pensiero convincente anche se difforme, abbracciare senza ritegno, credere facendo fatica a credere, dubitare senza spaventarsi, guardare una donna che allatta e sorridersi anche se non sai come si chiama, guardare con meraviglia un uomo e una donna che si tengono per mano da sessantacinque anni, lottare con rabbia per ogni sfruttamento e percepirsi unici in mezzo alla folla che ascolta la musica che piace. Libertà è esserci in tutte le cose che si vivono».