Le riflessioni di fondo di questo lavoro sono maturate nel corso dei mesi che vanno dal marzo 2018 a settembre 2020. Alcune riflessioni hanno origine in anni precedenti, lo scenario politico, sociale ed economico è cambiato nel corso del tempo, l'emergenza Covid-19 ha aggravato il quadro, ma i nodi di fondo che caratterizzano le difficoltà del nostro Paese sono ancora tutti da sciogliere. L'evoluzione dei partiti, quel che ha rappresentato il movimento delle "sardine" spingono in un'unica direzione: formare un campo progressista in cui il Movimento 5 Stelle può riconoscersi, creando così uno schema di gioco per il futuro in cui progressisti da una parte, destra e sovranisti dall'altra si confrontano. Per chi scrive la necessità di un dialogo tra sinistra e Movimento 5 Stelle era evidente già dopo il 4 marzo 2018, pur nella consapevolezza dei tanti problemi. La situazione internazionale vede affermarsi nelle giovani generazioni la convinzione che la politica può contare e, a partire dall'emergenza ambientale, dev'essere incalzata: noi progressisti dobbiamo disporci favorevolmente a questo vento. La situazione è ricca di potenzialità per provare a far dialogare un mondo frammentato che però, nonostante tutto, è molto vicino al 50% dell'elettorato. Dialogare per riconoscere i valori e i principi comuni dai quali sviluppare proposte programmatiche utili all'Italia. Costruire un Paese più unito, solidale e uguale, più vicino ai cittadini, più efficace nel dare opportunità a tutti non lasciando indietro nessuno lungo la strada del progresso e dello sviluppo sociale ed economico eco-compatibile. Questo debbono fare i progressisti in Italia, in Europa nel Mondo.