Il volume ricostruisce gli elementi costitutivi della città antica e naturale nell'area di Roma Est al fine di fornire proposte per governare la trasformazione urbana e ripensare l'uso degli spazi aperti in un'ottica di riconnessione ambientale e valorizzazione del patrimonio. Il processo di crescita di questo quadrante della città ha determinato nel tempo la frammentazione delle proprietà, l'incremento del consumo di suolo, la compromissione del sistema naturale, la perdita delle connessioni originarie tra gli spazi. Raccogliendo le esigenze del territorio, l'Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros ha messo a sistema le rivendicazioni dei residenti, tra cui emerge il diritto a una città più vivibile, con più spazi verdi, pubblici e di comunità. Gli spazi degradati e non utilizzati diventano in questa prospettiva "vuoti da non perdere", luoghi di connessione di un nuovo assetto urbano bilanciato tra patrimonio storico, paesaggio naturale e comunità. Il testo ripercorre le tappe più significative della crescita del progetto dell'Ecomuseo, confrontandolo con esperienze analoghe di riappropriazione creativa degli spazi realizzate a Milano e in altre città europee.